venerdì 20 dicembre 2013

Capire Faraone

Da giorni lancia attacchi feroci all'articolo 18 dello Statuto dei lavoratori, predicando l'urgenza di abolirlo e rendere più facili i licenziamenti e, per questa via, favorire il rilancio dell'occupazione. Strana tesi, quella di Davide Faraone - deputato Pd e membro della nuova segreteria di Matteo Renzi  che ha illustri predecessori (Maroni, Sacconi, Fornero) e che potremmo sintetizzare con lo slogan: creare occupazione licenziando.

Ci siamo chiesti da quale pulpito, Faraone, predica minori garanzie per i lavoratori. Quali esperienze, quali competenze
e quale storia personale lo spingono ad offrire soluzione al drammatico tema della disoccupazione. Siamo andati a leggere la sua biografia su Wikipedia. Non risulta nessuna esperienza di lavoro. L'unica fonte di reddito, per Faraone, risulta essere sempre stata la politica: prima segretario dei giovani democratici di Palermo, poi deputato regionale, poi consigliere comunale, poi candidato sindaco (trombato) alle primarie di Palermo e infine deputato nazionale. Non risulta, su Wikipedia, un solo giorno di lavoro che non sia la politica. Non riusciamo a credere ai nostri occhi e per verificare meglio andiamo sul curriculum presente sul sito della Camera. Anche lì niente. Zero lavoro, solo politica.

Facile da quella posizione (di uno che ha sempre e solo fatto politica) predicare maggiore flessibilità (o meglio precarietà) per gli altri. Ma per capire Faraone occorre conoscere i suoi metodi e le sue ricette per creare occupazione. Metodi spicci e non proprio nuovi. Nel corso delle primarie di Palermo pare promettesse posti di lavoro in cambio del voto. Date un'occhiata al video cliccando sulla foto in basso e vi renderete conto con chi abbiamo a che fare:





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